Breve storia triste di un programmatore di provincia che sta tentando di passare dalla teoria alla pratica del DOMAIN DRIVEN DESIGN e dell’HEXAGONAL ARCHITECTURE….
Per chi è interessato al perchè sto tentanto di entrare in questa scientology della programmazione chiamata DDD e Hexagonal Architecture, il tutto nasce dalla ricerca del santo graal o dell’arma totale che mi permetta di sconfiggere il sociopatico cliente medio italiano…
Il cliente medio italico ti commissiona l’applicativo, te lo descrive con novizia di particolari, tu glie lo fai secondo sua logica (un bel monolite con tutte le relazioni sulle tabelle ecc…) e glie lo dai…
e qui comincia il dramma…
eh si perchè il cliente si rende conto che la sua teoria, la sua fantasiosa visione non rispetta le esigenze vere e pratiche della sua azienda… e quindi ti chiede le modifiche… anche radicali…
E quindi che fai? ti tocca metter mano al monolite, cambiare le relazioni sulle tabelle, mettere toppe, fare aggiunte, farti il segno della croce e alla fine solitamente esce una porcata…
Ed è qui che arriva la scientology della programmazione…
Eh si, perchè come tutte le persone disperate, nel momento del bisogno speri di trovare la risposta in qualche religione o setta… in questo caso il DDD (DOMAIN DRIVEN DESIGN) e l’hexagonal architecture…
la mia speranza…
la mia speranza è che tramite la modularizzazione delle funzioni, la suddivisione dei domini di competenza ecc.. si possa anche davanti a cambi radicali quanto meno preservare buona parte delle funzionalità base senza dover rattopare le cose, incrociare le dita, maledire gli dei dell’informatica e perdere gli ultimo capelli rimasti…
Conclusione
Se anche questo non dovesse funzionare contro l’idiota cliente medio italico, non mi resta che andare a fare il contadino o il magazziniere al mediaworld…